Il modello cognitivo-costruttivista si basa sul presupposto che pur esistendo una realtà oggettiva, questa non sia direttamente osservabile dall'uomo ma conosciuta solo attraverso le proprie credenze, i propri valori e i propri significati personali.
Ogni persona nel corso della propria vita "costruisce" la propria versione della realtà attraverso le proprie esperienze e le relazioni con gli altri attribuendo a ciò che percepisce un significato del tutto personale e diverso da quello di chiunque altro.
A partire dalle prime esperienze di vita e dalle prime relazioni con le figure d'attaccamento, attraverso le emozioni che si percepiscono ci si costruisce una visione del mondo, di sé e degli altri che va a formare una sorta di mappa mentale del mondo. Questa mappa ha lo scopo di anticipare e prevedere quello che potrà accadere dentro e al di fuori di sé in modo tale da poter programmare le proprie azioni in funzione dello scopo di quel momento.
Le persone utilizzano queste mappe per muoversi e orientarsi all'interno del loro mondo ma in qualche caso esse possono limitare l'esplorazione dell'ambiente, l'apprendimento di nuove capacità o la presa di decisioni importanti (ad esempio se sono convinto di non poter imparare a nuotare difficilmente mi iscriverò in piscina o se sento di non essere una persona amabile, avrò difficoltà a vivere pienamente delle nuove relazioni).
Nel corso della vita le esperienze che si fanno possono confermare le previsioni suggerite dalle mappe o smentirle, in questo caso si va incontro ad un'occasione di apprendimento. Ogni sistema conoscitivo evolve diventando più complesso ma cercando sempre di mantenere la coerenza interna. Se quanto successo viene assimilato e integrato nel nostro sistema di conoscenza allora verrà mantenuto il suo equilibrio. Se però la nuova informazione non viene accettata ed elaborata, il sistema scompensa e si può andare incontro a disagi psicologici.
Non è quindi quello che accade a creare limiti o causare sofferenza ma il modo in cui ce lo si rappresenta e lo si vive.
Il terapeuta cognitivo-costruttivista con lo strumento del dialogo e con le sue domande aiuta il suo paziente a mettere in atto cambiamenti positivi attraverso:
Il cambiamento può essere efficace e duraturo solo se sentito e vissuto emotivamente, costruito all'interno di una relazione terapeutica autentica, sicura e significativa.